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Il tema di oggi mi sta molto a cuore perché soprattutto in momenti di contrazione economica, si sa, il lavoro scarseggia. Che tu sia un datore di lavoro in cerca di personale o un’estetista in cerca di occupazione, devi assolutamente leggere questo articolo con molta attenzione, perché il meccanismo alla base vale per tutti.

Faccio un passo indietro raccontandoti la mia esperienza da imprenditore in estetica.

Se mi segui da un po’, saprai che lavoro in questo meraviglioso settore da 15 anni. Ho iniziato la mia “gavetta” come titolare di un centro estetico a Milano. Oggi sono uno dei fondatori di Spazio Estetica, l’unico franchising di centri specializzati in estetica risolutiva Made in Italy.

Ti ho fatto questa premessa perché, ieri come oggi, mi trovo a dover risolvere una questione complessa: il reclutamento delle collaboratrici per gli imprenditori del nostro settore.

Una vera “gatta da pelare”!

Ti assicuro che in 15 anni le cose sono davvero cambiate: sono peggiorate!

Il concetto è questo : in qualsiasi mercato si assiste all’incontro tra domanda ed offerta.

Il punto di incontro tra la domanda e l’offerta determina il prezzo di mercato.

Fin qui nulla di strano.

Se riportiamo però questa definizione nel mondo del lavoro, ci accorgiamo che c’è qualcosa che non quadra… Infatti se da un lato c’è la domanda degli imprenditori (che cercano lavoratori), dall’altra non c’è un’offerta, ma una seconda domanda fatta dai lavoratori che cercano semplicemente un posto di lavoro.

Per uno strano meccanismo assistiamo all’ incontro (meglio definirlo SCONTRO) tra 2 domande! E le 2 domande hanno obiettivi e finalità diverse tra loro : il datore di lavoro, se intende assumere una persona, lo fa con lo scopo di trovare una soluzione ad un suo problema aziendale; il lavoratore cerca uno stipendio.

Sono 2 rette parallele : non si incontreranno mai.

Ma ti dirò di più. Il prezzo del lavoro (stipendio) che il mercato ha stabilito per un certo tipo di figura professionale, risulta troppo elevato per l’imprenditore e troppo basso per il lavoratore. Niente di più assurdo. Anzi, niente di più logico!

Te la faccio più semplice : tu cerchi una persona da assumere perché vuoi colmare una falla in azienda (ottimizzare gli investimenti, trovare nuovi clienti, vendere più prodotti, gestire in modo più efficace i fornitori ecc), invece trovi persone che sono disposte a donarti le loro ore giornaliere per avere uno stipendio che gli consente di pagare il mutuo, fare la spesa, andare in vacanza.

Non può funzionare. Le aziende stenteranno a decollare per mancanza di risorse preziose e specializzate che sappiano davvero offrire valore aggiunto.

Non siamo più negli anni ’80 dove il ragioniere o il geometra trovavano occupazione per ciò che avevano studiato, ed erano anche figure professionali degne di rispetto. Certo, Fantozzi e Filini hanno contribuito a penalizzare entrambe le categorie, ma questa è un’altra storia.

Oggi invece vediamo ingegneri servire hamburger da McDonald’s, dottoresse fare telefonate nei call center e analfabeti parlare di Spending Review.

Il punto è che l’offerta di risorse professionali è troppo elevata per la domanda che le aziende rivolgono al mercato. Pertanto se c’è posto per 500 avvocati e le università ne sfornano 1.000, va da sé che 500 andranno a fare un lavoro che non vogliono, che non sentono loro, ma devono accettarlo perché per il momento o ti mangi sta minestra o ti butti dalla finestra.

Se ti proponi come tutte le estetiste (ma vale per tutte le professioni in tutti i settori) che inviano il proprio curriculum a 50 centri estetici con la speranza di essere utili a qualcuno, non ti lamentare se ti offrono contratti assurdi dalle paghe bizzarre. E’ proprio quello che stai comunicando al tuo futuro datore di lavoro :

“…sono una tra le mille estetiste della città, non c’è differenza se assumi me o un’altra, pagami quello che sei disposto a pagarmi. Quando sarò stufa (più o meno tra 3 mesi) andrò a cercare fortuna in un altro istituto…”

Adesso mi dirai : “No Massimo, io vengo assunta perché sul mio curriculum leggono che ho fatto il corso “SGOMMAGE” a Barberino del Mugello, so fare la ceretta con il filo interdentale non cerato e ho l’attestato di Cipressologia Palmare.

E queste cose non le sa fare quasi nessuno dalle mie parti, per questo mi cercano! Fiutano il “bisinness”…

Dobbiamo parlare.

Ammesso che tu sia l’unica estetista nella tua città ad aver appreso queste tecniche sopraffine, rispondi gentilmente a queste 3 domande :

  1. Pensi che le tue abilità manuali possano portare vantaggi e benefici al tuo datore di lavoro?
  2. Credi che la tua lista di esperienze pregresse e di attestati possa davvero risolvere un problema all’imprenditore?
  3. Sei sicura che inserire più esperienze ed attestati nel tuo CV ti possa far emergere in mezzo ad una montagna di candidature ed essere scelta in mezzo ad altre mille?

Se hai risposto “Sì” a tutte e 3 le domande sei sulla buona strada. La strada che ti porta ad essere scambiata alla Borsa Merci ed etichettata come una risorsa indifferenziata che il mercato ha stabilito di “prezzare” 1.000 euro al mese. Te lo dico in modo più diretto : ti stai proponendo come una forza lavoro in attesa che venga inventato un macchinario che ti sostituisca.

Come è successo per le case automobilistiche, per le ditte di confezionamento, per i pedaggi autostradali, per le casse dei supermercati, per le gelaterie self ecc.

Se sta bene a te, figurati a me.

Il consiglio che voglio darti, se non vuoi essere paragonata ad una “merce di scambio” , è questo : smetti subito di ragionare (e di agire) come un bene indifferenziato e comincia a fare i passi in modo intelligente. Per te e per l’azienda a cui offri il tuo lavoro.

Se ti proponi come una risorsa indifferenziata, stai caricando sulle spalle del tuo datore di lavoro ulteriori problemi rispetto a quelli che ha già. Dovrà gestire il tuo tempo affidandoti qualche mansione, dovrà procurarti il lavoro, verificare che tu lo stia svolgendo in maniera ottimale, si dovrà preoccupare che tu abbia sempre qualcosa da fare e controllare il tuo operato. I problemi che dovrà gestire assumendoti saranno maggiori del vantaggio che gli porterai.

Te lo riscrivo per sicurezza: i problemi che dovrà gestire assumendoti saranno maggiori del vantaggio che gli porterai.

Non funziona.

Ecco la soluzione.

Proponiti al tuo datore di lavoro come una risolutrice di problemi.

Studia preventivamente l’azienda a cui intendi inviare la tua candidatura. Guarda come si propone sul mercato, che messaggio sta comunicando, come si procura clienti, come li fidelizza, su cosa è specializzata, come offre i servizi ecc. ecc.

Troverai una infinità di errori, mancanze e leggerezze che comportano all’imprenditore spese inutili e perdita di incassi. Ed è su questi aspetti che devi lavorare per fornire la soluzione che soltanto tu puoi offrirgli.

Fagli capire che sta facendo ordini di prodotti che per il 40% restano fermi in magazzino quando dovrebbe invece eliminare alcuni servizi a bassa resa e focalizzarsi su quelli più remunerativi. Oppure che ha un turn over di clienti troppo elevato e che gli serve un sistema per fidelizzare maggiormente la clientela acquisita. Che gli mancano delle strategie per aumentare la spesa media di ciascun cliente e fatturare il doppio se non il triplo. O che continua a fare leasing e noleggi per attrezzature che non portano profitti perché il vero problema è la mancanza di un meccanismo di vendita efficace.

Sono queste le VERE competenze che devi avere.

Sono queste le esperienze che devi scrivere sul tuo curriculum. Quando fai capire ad un imprenditore che sta bruciando soldi o semplicemente che sta incassando un decimo di quanto davvero potrebbe incassare, stai pur certa che gli si drizzeranno le orecchie (e se non è pelato come me, anche i capelli!). E vorrà ascoltarti per capire quanto realmente potrebbe aumentare i suoi guadagni seguendo i tuoi consigli e le tue strategie.

Non sarai più una delle mille estetiste tra le quali scegliere. Sarai la soluzione specifica alle sue esigenze. E questo vuol dire che la tua collaborazione non varrà 1.000 euro come qualsiasi altra estetista dal curriculum pluridecorato. Sarai tu a stabilire il tuo compenso, e più porterai valore all’azienda, più potrai guadagnare.

Offri valore aggiunto, offri soluzioni, offri crescita aziendale e crescerai anche tu. Professionalmente ed economicamente. E sarà più facile per te trovare lavoro perché chiunque sarà interessato a ciò che hai da offrire. Non una semplice prestazione di forza lavoro indifferenziata, ma soluzioni che portano vantaggi reali all’azienda.

Prima di salutarti voglio darti un piccolo consiglio che potrebbe aiutarti enormemente nella selezione del tuo personale. Quando scrivi un annuncio di ricerca collaboratori, crealo in forma più completa e articolata rispetto al solito “CERCASI ESTETISTA PER CENTRO ESTETICO”. Arricchisci il contenuto del tuo annuncio specificando la tipologia di risorsa che cerchi, quali sono le capacità richieste, gli orari di lavoro ecc.

Inoltre fai questo piccolo esperimento : inserisci nel corpo dell’annuncio una domanda, una richiesta di azione che vuoi che venga eseguita in fase di invio candidatura. Dai un compito al tuo potenziale candidato. Per esempio chiedi che oltre ad inviare il proprio curriculum, il candidato scriva nella mail una frase ben precisa, tipo “ il mio animale preferito è il…” oppure “confermo di aver letto tutto il vostro annuncio”, o qualsiasi altra cosa ti venga in mente.

Non è un test attitudinale. E’ una semplice verifica con la quale potrai capire quante persone hanno letto realmente tutto il tuo annuncio e si sono prese la briga di “eseguire il compitino” e quante invece hanno inviato la propria candidatura senza leggere nemmeno una riga di quanto hai scritto.

Resterai stupìta dai risultati. Se sei fortunata solo 1 persona ogni 10 invierà la candidatura scrivendo la frase che hai chiesto di scrivere.

A cosa serve questo giochino stupido? A nulla. Serve soltanto a farti capire quanta attenzione prestano le persone alle tue disposizioni. Se un candidato non legge nemmeno il tuo annuncio e non esegue il piccolo compito di verifica che hai chiesto, quanta attenzione pensi che potrà prestare nella tua azienda? Eseguirà i compiti che gli assegnerai?

Se hai provato a fare questo piccolo test, lascia qui sotto i tuoi commenti, fammi sapere quanti “bravi scolari” hanno eseguito il compitino per il tuo annuncio di ricerca collaboratori.

A Tutta Bellezza!

Massimo.